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Perché la prima approvazione mondiale per la carne coltivata in laboratorio è un bene per tutti noi - di Philip Lymbery Direttore Globale di CIWF

News Section Icon Pubblicato 09/12/2020

Nel mondo del cibo e della sostenibilità, non c'è novità più grande della prima approvazione regolamentare in assoluto per la vendita di carne coltivata in laboratorio. All'inizio di dicembre, la Food tech company di San Francisco, Eat Just, Inc., ha annunciato di aver ricevuto il via libera per la vendita del suo pollo coltivato a Singapore. Per la prima volta in assoluto, la carne prodotta dalle cellule staminali di un pollo sarà venduta ai consumatori. All'inizio sarà su piccola scala. In realtà non è molto più di una prova di concetto.

Eppure, l'importanza per il futuro dell'allevamento intensivo e della sostenibilità non potrebbe essere maggiore. Il mondo ora alleva e macella 77 miliardi di animali negli allevamenti ogni anno per il cibo. Si stima che due terzi di questi animali vivano una vita fatta di sofferenze.

E se potessimo passare dalla produzione di massa di carne dagli allevamenti intensivi ai bioreattori? Immaginate quanta meno crudeltà ci sarebbe nel mondo.

Emergenza globale

In quest'epoca di emergenza climatica e naturale, l'aumento del consumo di carne crea un problema crescente. La produzione di carne e di latticini domina già la superficie terrestre del pianeta. Metà della terra abitabile del mondo è agricola, di cui quattro quinti sono dedicati alla carne e ai latticini. Mentre la produzione continua ad espandersi, così la natura viene spazzata via. Inoltre, il settore zootecnico produce a livello globale più gas serra delle emissioni dirette di tutti gli aerei, treni e automobili del mondo messi insieme.

La carne coltivata in laboratorio, invece, offre la prospettiva di una produzione di carne su larga scala senza le sofferenze dell'allevamento intensivo e con una riduzione dell'uso del suolo e delle emissioni di gas serra. Uno studio di benchmark ha dimostrato che la carne coltivata è inferiore del 98% nell'uso del suolo e dell'80-95% nelle emissioni di gas serra rispetto ai prodotti a base di carne prodotti in modo convenzionale.

Il paradosso del Plant Based

Scegliere alternative più vegetali alla carne è un modo per ridurre la pressione sul pianeta.

Tuttavia, viviamo in tempi paradossali, in cui il numero di vegani e vegetariani è in aumento, ma anche la domanda di carne. Gli ultimi dati di consumo mostrano che il consumo pro capite di carne ha continuato a crescere in Europa, negli Stati Uniti e in tutto il mondo.

Il che fa sorgere la domanda: la carne coltivata in laboratorio potrebbe essere il fattore di cambiamento di questa situazione?

A differenza delle "carni" a base di prodotti vegetali, come l'Impossible Burger, Beyond Meat o Quorn, la carne coltivata a livello cellulare è indiscutibilmente carne. Le alternative a base di piante traggono le loro proteine da fonti come la soia e i piselli.

Carne coltivata in laboratorio

Carne coltivata in laboratorio, carne "pulita", carne "senza macellazione", carne "lavorata", carne "artigianale"; in qualunque modo vogliate chiamarla, invece, è proveniente dalle cellule degli animali. Viene coltivata in una coltura che utilizza lo stesso tipo di cellule che formerebbero altrimenti un animale.

Le cellule utilizzate per avviare il processo vengono raccolte da un animale vivo con una biopsia innocua. Queste cellule staminali provenienti dal grasso o dal muscolo di un animale sono collocate in un terreno di coltura - una miscela ricca di sostanze nutritive - che permette loro di crescere in un bioreattore simile a quelli utilizzati per la fermentazione della birra e dello yogurt. Non sono necessari OGM.

Le cellule fanno poi esattamente ciò che viene loro naturale: si moltiplicano, e con un effetto sbalorditivo: un singolo campione di una mucca è sufficiente a produrre 80.000 quarti di libbra.

Precedente globale

Il che ci riporta alla storica svolta di un'azienda statunitense che ha ottenuto il via libera per la vendita di pollo coltivato a Singapore. La notizia apre la strada al primo lancio commerciale del prodotto che promette di rivoluzionare il modo in cui il mondo guarda alla carne. Servire questo tipo di prodotto in un ristorante sarà un'enorme pietra miliare raggiunta. Per l'azienda questo rappresenta solo l'inizio.

Ho parlato con l'uomo dietro questa svolta, Josh Tetrick, il carismatico CEO e co-fondatore di Eat Just. È un uomo con una missione. E si tratta di fermare la crudeltà verso gli animali e di salvare il pianeta. Quando gli ho chiesto se era preoccupato per la concorrenza, è stato chiaro che per lui è una questione tanto di causa quanto commerciale.

"Abbiamo un'urgenza. Un problema che ogni singolo secondo che perdiamo crea più dolore e più degrado e ci porta più lontano da ciò che siamo [come specie] ... se mi dicessi ora che qualche altra azienda avrà risolto questo problema nei prossimi anni, più esseri umani mangeranno carne che non ha richiesto l'uccisione di un animale, e non ha niente a che fare con noi, scrivimi, me ne andrò in vacanza", ha detto Tetrick.

Come Tetrick, percepisco l'urgenza, la necessità di un grande cambiamento nei modelli di consumo di carne se vogliamo fermare la sofferenza dell'allevamento intensivo e creare un futuro sostenibile per le generazioni a venire.

Ecco perché l'approvazione normativa di Singapore non poteva arrivare in un momento migliore. Ora esiste una nuova carne con il potenziale di trasformare il mercato alimentare globale. E io per primo sarò felice di condividere un pasto celebrativo a base di pollo senza aver procurato dolore perché proveniente da un bioreattore.

Mai il pollo avrà avuto un sapore così buono.

Globe

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