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News Section Icon Pubblicato 11/01/2019

Il 1 gennaio 2019 la direttiva europea che vieta il taglio sistematico della coda dei suini negli allevamenti di tutti gli stati membri ha compiuto 25 anni. Ma c’è poco da festeggiare, se si pensa che, sebbene rappresenti un obbligo di legge, questa pratica è ancora oggi largamente diffusa in quasi tutti i paesi dell’Unione.

Quasi tutti con la coda mozzata

La maggior parte dei suini negli allevamenti europei è infatti ancora oggi sottoposta al taglio della coda di routine, senza alcun uso di anestesia o analgesia. In Italia, questa pratica è ancora utilizzata nel 98% degli allevamenti.

Il taglio della coda è un’operazione estremamente dolorosa e lesiva del benessere dell’animale ed è la conseguenza delle condizioni disumane a cui sono sottoposti i suini negli allevamenti intensivi, a partire dal sovraffollamento e dalla mancanza di materiali come la paglia. Privati di stimoli e stressati, i suini dirigono la loro attenzione verso le code dei consimili, morsicandole. Per impedire che ciò avvenga, invece di dare agli animali condizioni di vita migliori, la moderna zootecnia preferisce ricorrere al mozzamento della coda. Ma la legge sancisce che questa non debba essere un'operazione sistematica e prima di essere effettuata debbano essere modificate le condizioni ambientali. Ciò purtroppo nella maggior parte dei casi non avviene.

La nostra denuncia

La sofferenza causata dal mancato rispetto della legge è enorme. CIWF ha cominciato a denunciare la quasi totale mancanza di applicazione della normativa già dal 2013: dopo anni, finalmente, la Commissione UE nel 2017 ha compiuto ispezioni in diversi stati membri tra cui l’Italia, confermando quello che da anni segnalavamo e ponendo conseguentemente pressione sugli Stati membri perché applicassero finalmente la normativa.

Il tavolo ministeriale

In Italia a inizio 2018 il Ministero della Salute ha convocato uno specifico tavolo di lavoro per definire un piano di azione volto a migliorare le condizioni dei suini negli allevamenti, proprio per evitare il taglio sistematico delle code. CIWF è stata l’unica associazione di protezione animale ad essere invitata dal Ministero a farvi parte.

La fase pratica del piano d’azione uscito dal tavolo di lavoro deve proprio partire quest’anno e come puoi immaginare, ci potrebbero essere difficoltà. Per questo dobbiamo vigilare, e lo faremo, affinché quanto concordato dal tavolo ministeriale venga rispettato, mettendo sempre al primo posto il benessere degli animali.

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