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Conigli: gli sviluppi europei e italiani per la fine delle gabbie

News Section Icon Pubblicato 16/11/2016

I conigli sono tra le specie animali che ancora vengono allevate in gabbia. Nel nostro paese, ad esempio, la quasi totalità dei conigli è allevata ancora in questo modo. Una situazione veramente tragica, rispetto alla  quale però stanno emergendo alcune possibilità di miglioramento.

A livello europeo, dopo che a maggio come CIWF abbiamo consegnato ai Ministri dell’Agricoltura oltre 600.000 firme provenienti da tutta Europa per la fine degli allevamenti in gabbia, di cui 87.000 italiane, lo scorso settembre, Stephan Eck – parlamentare tedesco – ha presentato alla Commissione Agricoltura un report a sostegno della nostra azione, con l’obiettivo di portare all’attenzione delle istituzioni europee la sofferenza dei conigli allevati in gabbia di batteria, ribadendo la richiesta di vietare le gabbie.

A gennaio 2017 il report Eck verrà votato prima dalla Commissione Agricoltura e poi, il testo risultante dalla votazione, verrà portato in Parlamento. Uno dei maggiori scogli è far uscire dalla Commissione Agricoltura un report che sia quanto più fedele a quello originale sia nelle intenzioni che negli obiettivi. Sappiamo purtroppo che è già in atto un’opera di screditamento del report da parte dell’industria cunicola e dei suoi sostenitori politici e accademici, basata sulla presunta mancanza di evidenze scientifiche per affermare che il benessere dei conigli sia maggiormente rispettato in sistemi alternativi alle gabbie.

Il che è davvero assurdo: in Belgio, ad esempio, per legge i conigli vengono già allevati in sistemi park, una sorta di  “recinti” dove gli animali possono muoversi liberamente e saltare,  senza aver riscontrato seri problemi di benessere animale. Inoltre le aziende che collaborano con CIWF e che hanno ricevuto il Premio Good Rabbit perchè allevano in sistemi alternativi alle gabbie a determinate condizioni, addirittura hanno quasi smesso di utilizzare antibiotici proprio perchè gli animali sono in migliori condizioni di salute e benessere.

Sarà quindi necessario a gennaio 2017 fare pressione sui membri della Commissione Agricoltura del Parlamento per far passare il report e far arrivare nella plenaria un testo che rechi una richiesta inequivocabile di legislazione per la protezione dei conigli, che non può prescindere dal divieto delle gabbie.

Ma anche a livello italiano ci sono alcune importanti novità. Mentre i nostri colleghi internazionali stanno portando avanti la battaglia Bruxelles – e sappiamo che, anche se come speriamo il report Eck sarà votato, ci vorrà del tempo affinchè questo diventi realtà - , noi ci siamo mossi per radunare tutti i portatori di interesse della filiera del coniglio allo stesso tavolo, per migliorare le  condizioni di questi animali in tempi più brevi. Dall’incontro è emerso consenso sul fatto che i sistemi in gabbia sono tipologie di allevamento da abbandonare: i conigli hanno pochissimo spazio a disposizione e non riescono a esprimere i loro comportamenti specie specifici; allo stesso tempo, i consumatori sono sempre più esigenti e informati anche sul trattamento degli animali.

Quindi, in attesa di una legge a livello europeo, abbiamo chiesto al settore cunicolo italiano, al Governo e alla grande distribuzione di intervenire in modo concreto per il benessere dei conigli, adottando e favorendo sistemi di produzione alternativi alle gabbie e prodotti cage-free facilmente identificabili dalle confezioni.

Un inizio che promette bene.

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