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Salviamo i nostri antibiotici

News Section Icon Pubblicato 18/11/2015

Oggi è la Giornata europea degli Antibiotici, un’iniziativa che ha come obiettivo quello di sensibilizzare i cittadini sul pericolo rappresentato dalla resistenza agli antibiotici.

Con antibiotico-resistenza si intende, in parole semplici, il processo per cui alcuni batteri stanno sviluppando una resistenza agli antibiotici che utilizziamo per curarci. Ogni anno, in UE, la resistenza agli antibiotici provoca 25 mila decessi e una spesa sanitaria di 1,5 miliardi. A detta dell’OMS è “una delle maggiori minacce per la salute globale”.

Una delle cause della diffusione dell’antibiotico resistenza sono gli allevamenti intensivi. In Italia, il 71% degli antibiotici venduti (compresi anche quelli a consumo umano) è destinato agli animali. Siamo il terzo maggiore utilizzatore di antibiotici negli animali da allevamento in Europa (dopo Cipro e Spagna), e il nostro uso è più alto di quello di altri paesi di simili dimensioni (il triplo della Francia, il quintuplo del Regno Unito). Negli ultimi decenni, grazie all’intensificazione degli allevamenti, gli antibiotici sono diventati uno strumento utilizzato dall’industria della carne per mantenere in vita animali, che, una volta portati al di sopra delle loro possibilità, si ammalano con estrema facilità.

Prendiamo ad esempio i polli cresciuti in allevamenti intensivi. I polli da carne vengono tenuti in condizioni del tutto incompatibili con il loro benessere: sono stipati in capannoni affollatissimi – con una densità che va da 17 a 22 polli/m², cioè una superficie inferiore a un foglio A4 per animale; in edifici bui e spogli (nessun arricchimento ambientale come posatoi, balle di paglia, ecc.); sviluppano molto spesso deformazioni alle zampe e problemi respiratori e cardiaci a causa della loro genetica a crescita rapida (dalla nascita al macello passano 40 giorni).

Di norma nei cappannoni ci sono circa 30/40.000 polli. Se uno di loro si ammala, e questo capita sovente date le condizioni pessime in cui vivono, è molto difficile isolare l’animale, curarlo ed evitare che altri si ammalino. Così, nei mangimi o nell’acqua, vengono aggiunti gli antibiotici. Questo metodo di somministrazione si chiama metafilattico, diamo l’antibiotico a tutti, così curiamo l’ammalato e gli altri non si ammalano. A volte invece l’antibiotico viene utilizzato in modo profilattico, ovvero ancora prima che gli animali presentino dei segni clinici di una malattia, diamo l’antibiotico di routine a tutti. Tra l’altro, modalità vietata in tutta Europa.

Questo sistema si traduce in un vero e proprio abuso di antibiotici. CIWF è uno dei membri fondatori della Alliance to Save our antibiotics, un'alleanza di gruppi eterogenei (relativi a salute, ambiente e di benessere animale) che lavorano per fermare l'uso eccessivo di antibiotici nell'allevamento degli animali.

Stiamo chiedendo all’UE dei piani obbligatori per la riduzione dell’uso di antibiotici negli allevamenti; il divieto di utilizzare le moderne cefalosporine nei suini e dei fluorochinoloni nel pollame; una nuova legislazione volta a migliorare la salute e benessere degli animali; un miglioramento della sorveglianza dell'uso di antibiotici e un monitoraggio costante delle tendenze della resistenza.

L’antibiotico resistenza è una grande preoccupazione, perchè ne va della nostra salute e della possibilità di curarci. Pensiamoci!

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