La certificazione di Friend of the Sea (FOS) si applica al pesce di allevamento e cerca di minimizzare l’impatto negativo di questa pratica sull’ambiente marino, fornendo gli strumenti necessari al settore per sviluppare soluzioni sostenibili e pensate per i pesci. L’organizzazione si occupa della certificazione dell’1% dei prodotti ittici di allevamento di tutto il mondo, ovvero centinaia di milioni di pesci all’anno. FOS ha inoltre creato uno standard per le pescherie sostenibili (pesce pescato in natura) in risposta alle tecniche di pesca eccessiva e non sostenibile, che minacciano la salute dei nostri oceani e l’accesso alle risorse marine delle generazioni future.
Gli standard di FOS al momento non prendono in considerazione il benessere degli animali, ma l’organizzazione si è impegnata a migliorare i criteri applicati in modo da proteggere il benessere animale all’interno delle aziende certificate. Compassion continuerà a lavorare con FOS affinché i criteri della certificazione rilasciata diventino sempre più stringenti e vincolanti per tutte le aziende certificate, in modo da assicurare un livello di benessere ittico adeguato.
Spazio sufficiente affinché i pesci possano nuotare?
No, la certificazione FOS non assicura che i pesci abbiano spazio a sufficienza. L’organizzazione sta però lavorando per introdurre nei propri criteri un limite di pesci per metro quadrato valido per 25 specie. Compassion non è al momento a conoscenza dei dettagli e non è chiaro se questi limiti saranno vincolanti o adeguati a garantire un livello di benessere accettabile.
Miglioramenti nella riduzione dell’impiego di antibiotici?
Sì, FOS si è mossa per limitare l’utilizzo di antibiotici all’interno degli allevamenti certificati. FOS non consente agli allevamenti ittici di utilizzare un flusso constante di antibiotici come strumento di prevenzione di malattie. Questo consente di ridurre la probabilità che si sviluppi un’antibiotico-resistenza negli umani. Al momento, FOS vuole aggiungere ulteriori criteri in merito all’utilizzo di antibiotici nei propri standard, in particolare vietando l’uso di farmaci indicati come fondamentali dall’OMS.
Divieto per gli allevatori di nuocere alla fauna selvatica, come delfini e foche?
No, FOS permette agli allevatori di infliggere danno alla fauna selvatica per impedirgli di entrare negli allevamenti. FOS introdurrà nei propri standard un piano di controllo dei predatori che vieterà l’abbattimento di specie a rischio. Non verrà però garantita la protezione delle specie non a rischio, tra cui foche, la maggior parte dei delfini e balene.
Impiego minimo di tecniche di digiuno?
No, al momento FOS non indica un limite massimo specifico per la durata del digiuno inflitto ai pesci di allevamento. Di conseguenza, gli allevatori possono lasciare i pesci a digiuno per giorni, se non per settimane. Per i pesci, alla sofferenza per la fame si aggiunge la frustrazione di non poter procacciarsi alcun tipo di cibo, che molto spesso sfocia in comportamenti aggressivi.
FOS vuole introdurre un limite specifico e obbligatorio al periodo di digiuno, che sarà valido per 25 specie. Non è ancora chiaro se questo nuovo standard garantirà un benessere animale sufficiente.
I pesci possono esprimere i propri comportamenti naturali?
No, la certificazione FOS non richiede la presenza di un ambiente in cui i pesci possano esprimere i propri comportamenti naturali. L’ambiente sterile degli allevamenti limita l’espressione di questi comportamenti e questo ha ricadute negative sulla salute psicofisica dei pesci, afflitti da una noia soffocante e invalidante.
L’organizzazione potrebbe introdurre nuovi requisiti in merito da applicare a 25 specie, ma non è ancora chiaro se questi saranno obbligatori o meno. Questi nuovi criteri devono essere obbligatori per assicurare che gli allevamenti certificati li rispettino; solo in questo modo sarà possibile migliorare la vita di milioni di pesci.
Impegni presi per ridurre l'uso dei pesci selvatici come mangimi?
Sono presenti delle raccomandazioni per limitare l’uso eccessivo di questo tipo di mangime, come l’utilizzo di scarti della produzione del settore ittico, ma è necessario fare ulteriori passi in avanti per ridurre la domanda di pesce pescato in natura per mangimi destinati ai pesci d'allevamento.
Inoltre chiedono che il pesce pescato in natura presente nel mangime provenga necessariamente da pescherie certificate.
I nuovi standard di FOS prevederanno che il pesce pescato in natura provenga da fonti più sostenibili, trasparenti e tracciabili. Ciononostante, non sarà presente alcuna misura volta alla riduzione della quantità di pesce pescato in natura nel mangime somministrato.
Macellazione rapida e indolore?
No, al momento la certificazione FOS non richiede la macellazione dignitosa dei pesci di allevamento, che verrà però menzionata nella versione aggiornata dello standard. Non è ancora certo se questa sarà obbligatoria o meno. Potendo scegliere, molti allevatori non investiranno nelle attrezzature e negli strumenti necessari alla macellazione dignitosa, continuando così a sottoporre un vasto numero di pesci a una morte lenta e dolorosa.
Riduzione della sofferenza al momento della pesca?
No, la certificazione di FOS non assicura che i metodi di pesca e di trasporto a bordo proteggano in alcun modo il benessere dei pesci. Non esistono restrizioni in merito al tipo di metodi di pesca utilizzati o alla durata del processo: per i pesci, questo si traduce in alti livelli di sofferenza e morti che si protraggono per oltre un’ora.